Luglio è stato il mese più caldo della storia umana

Luglio è stato il mese più caldo mai registrato sulla Terra negli ultimi 120.000 anni, una temperatura che la civiltà umana non sentiva dalla fine dell’era glaciale.

di Lyric Aquino – People’s World

In un rapporto congiunto pubblicato giovedì dall’Organizzazione meteorologica mondiale, dal Copernicus Climate Change Service e dall’Università di Lipsia, la temperatura per le prime tre settimane di luglio è stata in media di 62,51 gradi Fahrenheit, superando il precedente record di 61,93 gradi Fahrenheit stabilito nel 2019.

In alcune parti degli Stati Uniti, le temperature hanno superato i 120 gradi Fahrenheit. In Arizona si sono verificate ustioni potenzialmente letali a causa di cadute su marciapiedi roventi, in California i detenuti soffocano a causa del malfunzionamento dei sistemi di raffreddamento e nelle Florida Keys questa settimana le temperature dell’oceano hanno superato i 100 gradi, la temperatura media di una vasca idromassaggio.

In Asia, dove si concentra il 19% delle esportazioni mondiali di prodotti alimentari e agricoli, le ondate di calore prolungate stanno mietendo vittime e minacciando la sicurezza alimentare, dato che due importanti colture – riso e grano – rischiano di rovinarsi.

Il rapporto aggiunge che il caldo di luglio è già stato così estremo da causare incendi in tutto il mondo, tra cui in Italia, Grecia e Spagna che hanno ucciso 40 persone e si sono diffusi in 13 Paesi, mentre in Canada la peggiore stagione degli incendi degli ultimi 34 anni ha portato alla distruzione di quasi 39 mila miglia quadrate di vegetazione.

Un’analisi pubblicata lunedì dal gruppo World Weather Attribution, un team internazionale di ricerca e scienza, ha rilevato che le recenti ondate di calore in Nord America e in Europa sarebbero state quasi impossibili senza il cambiamento climatico. I ricercatori hanno anche provato che l’ondata di calore di questo mese in Cina aveva 50 volte più probabilità di verificarsi proprio in virtù del cambiamento climatico. Tutte e tre le ondate di calore continentali sono state più calde di quanto sarebbero state senza la spinta del riscaldamento globale.

L’Organizzazione meteorologica mondiale prevede, con una probabilità del 98%, che uno dei prossimi cinque anni sarà più caldo di 1,5 gradi centigradi rispetto alla media del XIX secolo – 1,5 gradi centigradi è il limite concordato di aumento della temperatura che i leader mondiali hanno promesso di evitare entro la fine del secolo nell’Accordo sul clima di Parigi.

“A meno che non si verifichi una mini-era glaciale nei prossimi giorni”, aveva dichiarato il Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres. “Il luglio 2023 infrangerà i record”.