Gli attacchi ai monumenti socialisti nell’Europa dell’Est sono diventati un evento regolare, in quanto i governi di destra hanno avviato una campagna di “de-comunistizzazione”.
Fonte: Peoples Dispatch
La settimana scorsa, gruppi di sinistra e antifascisti bulgari hanno protestato contro il vandalismo del monumento dell’esercito sovietico nella capitale Sofia.
Il 18 agosto, il Partito socialista bulgaro (BSP) e il suo sindacato giovanile hanno protestato contro l’attacco al monumento e le tendopoli di persone che lo difendono. L’attacco sarebbe stato perpetrato da tifosi di estrema destra di una squadra di calcio.
Il BSP ha accusato il governo “euro-atlantista” del Paese di andare verso una rinascita del fascismo e la negazione di tutto ciò che è progressista.
Il monumento di Sofia è stato costruito nel 1954 per ricordare il ruolo dell’Armata Rossa nella liberazione della Bulgaria dalla sfera di influenza della Germania nazista durante la Seconda Guerra Mondiale.
Il Regno di Bulgaria faceva parte delle forze dell’Asse guidate dalla Germania nazista durante la guerra. Nel settembre 1944, il Fronte della Patria formato da partigiani comunisti conquistò il potere nel Paese con il sostegno dell’Unione Sovietica, rovesciando la monarchia.
Subito dopo la Bulgaria si unì agli Alleati e l’esercito bulgaro operò a fianco del Terzo Fronte Ucraino dell’Armata Rossa sovietica e combatté contro i nazisti rimasti in Europa orientale.
Nel 2019, il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione controversa che chiede la cancellazione di tutti i memoriali del “totalitarismo” in Europa, compresi quelli dedicati all’Armata Rossa.
La guerra in corso in Ucraina ha portato a un’impennata della russofobia e dell’anticomunismo in tutta Europa, soprattutto nell’Europa orientale, mentre i gruppi di destra e i governi della regione hanno intensificato i loro tentativi di decomunistizzazione.
In questo contesto, il monumento di Sofia è diventato un centro di controversie, poiché i gruppi di estrema destra hanno continuato a vandalizzarlo. Gruppi anticomunisti e russofobi hanno anche avviato una campagna per trasferire il monumento dal centro della città al Museo di Arte Socialista.
Tuttavia, l’offerta del Comune di Sofia di trasferire il monumento ha suscitato ampie proteste da parte delle sezioni progressiste di sinistra del Paese. I quadri dei gruppi antifascisti hanno recentemente allestito delle tendopoli intorno al monumento per difenderlo da malintenzionati e vandali.
Il 18 agosto, Tasko Ermenkov del BSP ha dichiarato che il suo partito condanna fermamente e si oppone a qualsiasi atto di vandalismo contro i monumenti e la memoria del popolo:
“Il monumento di Sofia è un monumento bulgaro costruito da bulgari, con denaro bulgaro, opera di architetti bulgari.
È in memoria dell’esercito che ha liberato l’Europa dal fascismo hitleriano, composto non solo da russi ma anche da ucraini, bielorussi, francesi, polacchi e bulgari”.
“Chi combatte contro questo monumento, dedicato ai vincitori del fascismo hitleriano, si mette dalla parte degli sconfitti. E questo è pericoloso perché porta a una rinascita del fascismo, che non avrà conseguenze positive né per l’Europa né per i popoli”.